JESI, 1 novembre 2017 – C’era una volta il Pergolesi che, il 22 settembre, festa del Patrono (a volte qualche giorno dopo, ma sempre nell’ambito delle feste patronali) apriva le sue porte per l’inaugurazione della stagione lirica, momento topico per la città ed i cittadini di ogni fascia sociale, e non era raro vedere aggirarsi per la città artisti e cantanti di fama nazionale ed internazionale.
C’era una volta un Teatro Pergolesi che, con impegno artistico e lungimiranza politica, era riuscito ad ottenere l’ambito riconoscimento di Teatro di Tradizione, che significava anche finanziamenti statali.
C’era un Teatro che ogni anno organizzava una stagione composta di almeno 12 serate, divise in tre spettacoli di lirica e uno di balletto. In certi anni si raggiunse addirittura il numero di 15 serate. Un Teatro che proponeva una importante stagione di prosa con tre repliche per ogni spettacolo. Allora si muovevano gli spettatori e non solo gli spettacoli, e certamente interessava di più gestire bene un teatro piuttosto che cercare tanti teatri da gestire con i risultati che, purtroppo, oggi vediamo.
Ora ci chiediamo se possa essere definita “stagione” sei serate di lirica che si svolgono nello spazio di diversi mesi, e c’è da chiedersi quale sia l’artefice che, con discutibile buon gusto, ha proposto uno spettacolo di lirica il 22 settembre, ma non a Jesi, bensì ad Ancona.
Al danno si è aggiunta anche la beffa!
Della stagione di prosa non si hanno ancora notizie, ma siamo certi che la stessa sarà composta, come negli ultimi anni, da un minimo di spettacoli, distribuiti in giorni infrasettimanali, in date rifiutate dai teatri più importanti. Apprendiamo in questi giorni che, per il secondo anno consecutivo, viene posticipato, o forse annullato, il primo spettacolo di lirica in cartellone, con abbonamenti e biglietti già venduti ed incassati.
Sarebbe veramente deludente dover constatare, ed auspichiamo che non sia così, che una programmazione fasulla possa servire per introitare anticipatamente qualche migliaia di euro, in una situazione di carenza di liquidità. Dopo la allarmante “voce” secondo la quale il bilancio della Fondazione potesse presentare un deficit assai consistente, arriva un rassicurante quanto sibillino comunicato del C.d.A. che dice di guardare con serenità alla chiusura del bilancio 2017.
A quanto pare, anche da noi avvengono miracoli, anche se la locuzione “stare sereni”, più che confortare, ormai, preoccupa. Resta comunque il dubbio di come sia stato possibile accumulare un tale deficit, quando ci si era sempre fatto vanto di avere bilanci in attivo.
Continueremo a seguire con attenzione ed interesse gli sviluppi di questa situazione, rilevando che anche l’Amministrazione Comunale, dopo anni di latitanza, sembra aver finalmente compresa la necessità di delegare meno ed intervenire di più nella gestione e nella programmazione, con la consapevolezza che il Teatro Pergolesi è da più di due secoli patrimonio ed orgoglio di questa città.