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LETTERE&OPINIONI JESI IN COMUNE: “RISPOSTE REALI PER COMBATTERE IL DISAGIO GIOVANILE”

JESI , 14 luglio 2017 – Abbiamo accolto con sorpresa e sgomento la decisione di Bacci di dare in pasto al web il video che mostra i giovanissimi vandali in azione al monumento ai caduti.

Sorpresa e sgomento perché il sindaco è il primo garante della tutela dei minori. Di tutti i minori, compresi quelli che – purtroppo – commettono atti in violazione delle leggi vigenti: mettere in rete un video del genere, ai limiti del cyberbullismo, significa che Bacci si è dimenticato di uno dei suoi principali doveri. Gli ricordiamo allora che ci sono organi competenti ad indagare ed accertare responsabilità ed altri competenti a comminare eventuali e giuste sanzioni.
La cosa corretta da fare – per un sindaco come per qualsiasi cittadino – sarebbe stato di rivolgersi a tali organi, non di sostituirsi maldestramente ad essi diventando accusatore, poliziotto e giudice in un sol colpo, e decidendo che questi minori dovessero essere messi alla berlina nel modo (peraltro pericoloso) in cui ha fatto.

Le parole con cui ha accompagnato il gesto ribadiscono vecchie cattive abitudini del nostro primo cittadino. Bacci ci viene a dire che in città esiste un disagio giovanile da affrontare, e che proprio per questo ha creato un apposito assessorato. Lo stesso Bacci che nei 5 anni appena trascorsi ha messo a bilancio per le politiche giovanili somme equiparabili a zero, fregandosene altamente del disagio giovanile.
Lo stesso Bacci che nel dicembre scorso – per bocca dell’assessora Campanelli – ha risposto ad un’interrogazione dei 5 Stelle (dove si chiedeva come mai nel 2016 il Centro di Aggregazione Giovanile di Jesi fosse rimasto chiuso per ben sei mesi) dicendo che la sua amministrazione stanzia un tot di denari all’anno per l’area “minori”, e siccome nel 2016 s’era speso di più per altre cose, quel servizio non poteva che essere interrotto. Altre soluzioni non c’erano (alla faccia dell’attenzione per tali tematiche…).

Che esista un disagio giovanile anche a Jesi è un fatto. Ma un fatto che non andrebbe genericamente denunciato allorché “scoppia il caso”, né commentato con altrettante generiche dichiarazioni di intenti (o peggio con giudizi superficiali e luoghi comuni) che lasciano il tempo che trovano. E’ un fatto che invece andrebbe approfondito e affrontato per quel che è: un tema molto serio, che interessa da vicino la politica, in quanto chiama in causa educazione, sociale, cultura.

Ossia tutte questioni di stretta pertinenza dell’azione amministrativa locale.

Eppure, da quanto tempo è che in consiglio comunale non si parla di politiche giovanili?

Ovviamente le cose da fare sarebbero molte, e dislocate su più versanti (ivi compreso quello di una maggior attenzione per la “comunità educante”, tema che”Jesi in Comune” ha tra i capisaldi del suo programma politico). Ma solo per fare un rapido esempio – e senza voli pindarici.

Ché tanto poi il sindaco ci risponderebbe che non ci sono le risorse – vorremmo ricordare a Bacci che proprio la presenza di servizi socio-educativi pubblici come il già citato Centro di Aggregazione Giovanile si è dimostrata nel corso degli ultimi 20 anni (dati e numeri alla mano) uno dei più validi strumenti di prevenzione del disagio e di promozione dell’inclusione. Cose concrete, progetti portati avanti da personale qualificato, in grado di entrare in relazione con i giovani. Ed attività che consentono di trasformare la noia o il disagio in iniziative divertenti, formative ed utili per la collettività.

Queste a noi sembrano risposte reali alle problematiche che il sindaco denuncia.

Risposte reali di cui però Bacci si disinteressa da troppo tempo per poter poi essere credibile allorché “denuncia” il disagio giovanile.

Jesi in Comune

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