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LETTERE&OPINIONI JESI IN COMUNE: “URGENTE UN CAMBIO DI PASSO NELLA SANITA’ JESINA”

JESI, 4 agosto 2017 – La questione Sanità a Jesi è, ad oggi, estremamente difficile, per non dire drammatica. È una problematica molto complessa, che abbraccia tanti aspetti: sociale, ambientale, culturale e del lavoro. La questione Sanità non può prescindere da come i vertici dell’azienda sanitaria intendano garantire ai cittadini un servizio efficiente, dati i troppi disservizi che i cittadini della Vallesina stanno subendo da un lato e gli eccessivi carichi di lavoro e responsabilità che gli operatori sanitari sono costretti a gestire dall’altro. Le situazioni su cui è indispensabile intervenire con urgenza sono:

crescente pericolosità nei reparti. È indispensabile verificare se i posti letto utilizzati, sono quelli di cui è al corrente il Ministero della salute, affinché gli operatori sanitari possano lavorare in qualità e sicurezza, e se esistono ancora gli standard per le cure e l’assistenza specialistiche. I pazienti vengono continuamente ‘appoggiati’ in reparti differenti da quelli per cui dovrebbero essere curati, perché quelli che dovrebbero ospitarli non hanno la necessaria disponibilità di posti letto. Questa situazione è stata determinata da una scriteriata riorganizzazione, per cui i carichi di lavoro per il personale di cura ed assistenza è diventato insostenibile, e le risposte ai bisogni di salute sono difficoltose ed insufficienti. Sono quindi diventati elevati i rischi per la qualità e la sicurezza, perché il personale è insufficiente rispetto ad un irregolare aumento dei carichi di lavoro e viene privato dei riposi e delle ferie;

i reparti che in questo momento hanno bisogno di un cambio di passo sono broncopneuomologia, dove la carenza di dottori è stata tamponata con il trasferimento di alcuni medici dall’ospedale di Osimo, ma solo fino al mese di settembre; gastroenterologia, con tre medici effettivi, di cui due prescritti; la situazione purtroppo ormai nota del Pronto Soccorso al collasso per carenza di posti e personale, rendono il problema non più rinviabile;

non viene rinnovato il personale, soprattutto apicale, per cui la qualità organizzativa ed assistenziale ne risente in modo importante. In molti reparti i primari andati in pensione non sono stati rimpiazzati (ortopedia) o in quelli prossimi alla pensione non saranno sostituiti (cardiologia e ginecologia), per cui si teme che queste due specialità verranno chiuse; c’è un concorso per infermieri indetto 4 anni fa e non ancora svolto; ci sono una decina di posti da capo sala vacanti, al momento sostituite da facenti funzioni.

Serve una presa di posizione forte, da parte di tutta la città, a partire dai suoi amministratori, per difendere l’ospedale ‘Carlo Urbani’, assolutamente non per campanilismo (atteggiamento mentale che non ci appartiene in alcun modo), ma per tutelare la funzionalità di quello che doveva essere “l’ospedale modello” ed il diritto alla salute di tutti coloro che vivono in Vallesina.

Noi di Jesi in Comune ci siamo, anche a fianco dei medici, degli infermieri, di tutto il personale addetto, per provare a portare la loro voce e la loro battaglia, che non può non essere anche la nostra, in tutte le sedi opportune, istituzionali e non.

Jesi In Comune

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