Maiolati Spontini
LETTERE&OPINIONI VARIANTI DISCARICA, M5S: “C’E’ CHI DICE NO”
30 Agosto 2017
MAIOLATI, 30 agosto 2017 – Dopo una lungo ed attento studio del ricorso presentato dai Comuni di Castelbellino e Monte Roberto contro l’approvazione da parte della Provincia di Ancona delle due varianti al IV stralcio della discarica “La Cornacchia” di Moie, finalizzate ad un abbancamento di ulteriori 200.000 mc di rifiuti, ci corre l’obbligo di esprimere alcune considerazioni.
I Comuni di Castelbellino e Monte Roberto, coerentemente con quanto sempre espresso nella vicenda “discarica”, si sono fatti portavoce di migliaia di cittadini contrari all’ennesimo ampliamento, con il duplice scopo di tutelare il diritto alla salute dei loro concittadini e quello di favorire uno sviluppo per l’intero territorio in termini di sostenibilità ambientale e di riconversione produttiva del sito di discarica.
Da molto tempo il M5S metteva in luce il rischio che l’autorizzazione delle varianti avrebbe legittimato ulteriori interventi finalizzati ad altri ampliamenti sotto-soglia della discarica, con un utilizzo, secondo noi “distorto”, della normativa regionale in materia (PRGR 2015).
Evidentemente anche i Comuni di Castelbellino e Monte Roberto hanno colto ed evidenziato questa criticità, soprattutto in seguito alla Commissione Ambiente congiunta del 12 luglio nonché nella Conferenza dei Servizi istruttoria del 28 aprile, in cui si sono manifestate le reali intenzioni del Comune di Maiolati Spontini e della Sogenus, tutte volte principalmente ad aumentare la capacità ricettiva dell’impianto di discarica.
Le considerazioni più interessanti chiaramente sono legate ai motivi di diritto espressi nel ricorso. Inizialmente viene evidenziato come sia già un controsenso concedere siffatta autorizzazione se si pensa alle motivazioni con cui è stato negato il precedente ampliamento, e cioè:
- Raggiungimento del limite di tolleranza della popolazione del luogo verso un impianto sempre meno destinato alle esigenze dei residenti e sempre più rivolto agli interessi delle aziende (non solo locali) produttrici di rifiuti speciali;
- Violazione della distanza minima di mt. 2.000, dai centri abitati, stabilita con deliberazione amministrativa del Consiglio Regionale n. 66/2013;
- L’ampliamento si sviluppa nella direzione dei centri abitati limitrofi e contribuisce a compromettere definitivamente il grado di tolleranza della popolazione;
- Il Piano Regionale Gestione Rifiuti (PRGR) del 2015, pur non disciplinando quelli speciali, individua la possibilità di una gestione a livello regionale.
A questi si aggiungono le vere e proprie motivazioni del ricorso. Riportiamo le più palesi, notando con piacere che alcune di esse ricalcano le osservazioni che il M5S aveva presentato all’interno del procedimento autorizzativo e nelle opportune sedi istituzionali:
- Violazione e falsa applicazione della normativa sulla VIA, in particolare dell’art. 5 comma 1 lett c) del D.Lgs. 152/2006. Questo punto riguarda l’elusione dell’effetto cumulativo, cioè il fatto che la separazione in due iter di VIA eluderebbe il cumulo degli effetti in termini di impatto ambientale che invece si avrebbero considerando l’intervento come unico;
- Violazione e falsa applicazione del Piano Regionale Gestione Rifiuti 2015, in particolare dell’ambito di applicazione dei criteri localizzativi;
- Violazione e falsa applicazione della direttiva comunitaria 1999/31/CE;
- Violazione e falsa applicazione del principio di precauzione ex art. 3 – ter, D.Lgs. 152/2006 e 191 TFUE.
Il M5S non accetta compromessi quando si parla di tutela della salute e dell’ambiente e per questo ribadiamo la totale contrarietà a qualsiasi intervento che implichi un aumento della capacità ricettiva della discarica, sia in “orizzontale” che “verticale”.
Per fortuna c’è chi dice no.
M5S Maiolati Spontini