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Maiolati S. La voce di Celeste accende la rassegna “Quelle notti al museo”

Una serata, sabato 13 luglio, alle ore 21, nel giardino del Museo Gaspare Spontini, tutta dedicata all’amata moglie del grande compositore maiolatese 

Maiolati Spontini – La rassegna “(e)Venti d’estate”, organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con associazioni e realtà musicali del territorio, propone una serata, sabato 13 luglio, alle ore 21, nel giardino del Museo Gaspare Spontini, tutta dedicata all’amata moglie del grande compositore maiolatese. 

Si tratta di un evento all’interno dell’iniziativa “Quelle notti al museo”, a cura dall’assessorato alla cultura, che vede bande e cori del Comune rendere omaggio con le loro proposte musicali al genio di Spontini.

Sabato prossimo il pubblico potrà apprezzare il concerto offerto dal Coro Polifonico David Brunori, dove prenderanno vita le parole di Celeste Erard, la moglie di Spontini, interpretata da Marina Marozzi, mentre a dirigere il coro sarà Silvia Moretti.

Al pianoforte Alessandro Benigni, voce solista il soprano Federica Priscilla Nicodemo. I testi sono liberamente tratti da “Celeste Erard dolce sposa di Gaspare Spontini”, epistolario a cura di Giuseppe Gaetti. 

Si tratta, in quest’anno dedicato alle celebrazioni del 250° anniversario della nascita del Maestro, del secondo appuntamento che la formazione propone, dopo la Rassegna Corale organizzata nel maggio scorso. In programma brani del compositore maiolatese e di altri autori, fra cui Mozart, con la cui musica Spontini ebbe un legame speciale. Quando la vedova Costanza Mozart volle pubblicare la biografia del marito scomparso, Spontini le offrì il suo appoggio e con Celeste si adoperò affinché l’opera fosse tradotta in francese e divulgata, devolvendo il denaro raccolto alla vedova. Rimarrà l’unica biografia autorizzata da Costanza Mozart. 

«Il giardino di Casa Spontini – spiega Luigi Cantiani, presidente del Coro – è il luogo ideale per questo appuntamento. Musica e parole celebrano i legami con questa terra. E non si può parlare di Spontini senza ricordare Celeste e le relazioni che lei ha continuato a mantenere incessantemente con questi luoghi. E noi siamo felici di custodire la sua ricca eredità umana». 

«Con soddisfazione proseguiamo la rassegna “Quelle notti al Museo” – sottolina l’assessore alla cultura, Sebastiano Mazzarini – approfondendo la figura di Celeste Erard, dolce sposa di Gaspare Spontini che seppe nascere due volte: la prima come moglie e spalla di un immenso compositore, la seconda come angelo custode degli emarginati, dei sognatori, nonché delle comunità di Jesi e Maiolati». 

Donna della nostalgia, della cura e della speranza: sentimenti forti che hanno infatti permesso a Celeste Erard di proseguire con tenacia l’opera di bene verso la comunità maiolatese mantenendo viva l’esperienza della casa, dei suoi valori, della sua bellezza. Celeste ha sostenuto e accompagnato con grazia, tenacia e dolcezza il celebre compositore, e ha continuato l’opera di solidarietà condivisa, per i ventisette anni che ha vissuto dopo la morte del Maestro. 

La sua figura, poco conosciuta, emerge in tutta la sua bellezza dalle sue lettere, raccolte nell’epistolario curato da Giuseppe Gaetti e pubblicato nel 1978, in occasione dei cento anni dalla morte della Contessa di Sant’Andrea.

«Lei – scrive Gaetti – vissuta nell’agiatezza, nello sfarzo delle corti europee, sentì sempre il desiderio, il sogno, la gioia di vivere in questi modestissimi luoghi, tra gli umili… tra chi sapeva ricambiare le dolci effusioni del suo limpido cuore». 

E Ignazio Montanari, nel suo Elogio del Cavaliere Gaspare Spontini, descrisse in poche frasi la sua parabola umana, dall’incontro con il giovanissimo Gaspare: “Aveva, Egli posto amore da gran tempo ad una gentile donzella Celeste Erard, bella, amabile, piena d’ogni civil costume e colta d’assai: ma il padre di lei, che era uomo di bellissima fama per l’eccellenza a cui era salito fabbricando i meglio Pianoforti che mai vedesse la Francia, quantunque aveva stima grande per lo Spontini, non si piegava a dargliene la mano: dicendo non piacergli uno straniero. Tuttavia quando lo vide levar di sé tanto grido, consentì. Si convenne in breve; e l’Autore della Vestale e del Cortez impalmò la fanciulla. Di che in vero ebbe più volte a ringraziare Iddio, perché l’affetto di Lei molto prevalse in appresso nelle sue musiche, e da Lei si ebbe le maggiori dolcezze della vita, tutte le cure e le prove d’amore che uomo possa desiderare anche al di là del sepolcro. Certamente con questo fu posto il colmo alla sua felicità”.

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