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MARCHE Il teatro in una scatola: via al progetto di Simone Guerro
27 Gennaio 2021
“Teatro per corrispondenza” è stato finanziato dal bando “Marche palcoscenico aperto. I mestieri dello spettacolo non si fermano” promosso da Amat e dalla Regione
ANCONA, 27 gennaio 2021 – Si può chiudere il teatro in una scatola e farlo arrivare per posta? Sì, è possibile: “Teatro per corrispondenza” è il progetto di Simone Guerro, artista specializzato nel teatro per le nuove generazioni. Finanziato dal bando “Marche palcoscenico aperto. I mestieri dello spettacolo non si fermano” promosso da Amat e dalla Regione Marche che ha contribuito a sostenere 60 domande su circa 370 complessivamente pervenute.
Sul sito internet di “Teatro per corrispondenza”, a partire dai prossimi giorni, sarà possibile acquistare uno spettacolo in scatola: per posta arriverà un pacco contenente una storia, un appuntamento, alcuni oggetti di scena e delle indicazioni per costruire un teatro.
«Il giorno dell’appuntamento è quello dello spettacolo – spiega Simone Guerro –. Basterà avere un dispositivo connesso a internet e la scatola a portata di mano. Io reciterò una storia mentre da casa si può dare vita a personaggi e situazioni, animandola».
A margine si possono svolgere anche altre attività: «Nella scatola ci sarà anche un bigliettino con alcune domande – prosegue –. Le risposte possono essere inviate con un messaggio audio su WhatsApp: tutte le idee saranno montate e raccolte, le famiglie potranno poi risentire tutte le idee e le riflessioni che la storia ha scaturito».
La fiaba nasconde un potere narrativo e simbolico molto vasto: «Al fine di renderlo più contemporaneo possibile mi sono affidato alla riscrittura di Francesco Niccolini, amico e autore tra i più rappresentati nella scena contemporanea, attivo con grande successo anche nel teatro per ragazzi. Il testo che userò sarà Grimmm, scritto per il teatro».
Il tema è la “paura”: «La paura è il sentimento che rimane alla fine delle storie scelte e non è un caso: la paura ci tutela, ci protegge quando è sinonimo di fare i conti con la scoperta del nuovo. È il modo giusto di essere al fianco dei bambini in questo momento storico, non sostituirci a loro, non mentire sul fatto che tutto sia positivo e costruttivo. Esistono momenti distruttivi e poco positivi, come questo, ciò non toglie che le fiabe abbiano da insegnarci e darci la possibilità di guardare oltre il visibile e spingerci nell’immaginazione e nelle possibilità».
L’iniziativa è indicata dai sei anni ma l’infanzia come epoca dello stupore non ha vincoli anagrafici. Collaborano al progetto anche Alessio Pacci e Marco Tedeschi di Studio Frac che hanno disegnato e costruito il sito, e Ilaria Sebastianelli, scenografa e insegnante di storia dell’arte, che ha confezionato le storie e ha reso tutto più bello.
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