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MOIE CRISTINA D’AVENA: A TU PER TU CON LA REGINA DELLE SIGLE (video e foto)
5 Settembre 2019
Migliaia di persone al concerto in Piazza Kennedy: «C’è bisogno di leggerezza, voglia di divertirsi e di tornare bambini», dice la cantante nella nostra intervista a fine spettacolo
MOIE, 5 settembre 2019 – Attesissimo il concerto della Regina delle sigle: e in effetti anche quest’anno la Festa della Pallavolo ha fatto centro, attirando ieri sera in Piazza Kennedy circa 4000 persone.
Persone di ogni tipo, tutte a cantare insieme a Cristina D’Avena le canzoni che ne hanno segnato l’infanzia a prescindere dall’età… Tanto che Cristina, sempre solare e coinvolgente con i fan, ha chiamato sul palco un papà (foto in gallery) con cui ha duettato sulle note di Holly e Benji.
Dopo il concerto, iniziato ovviamente con Mila e Shiro – e dopo quasi due ore in cui Cristina si è prestata a foto e autografi con centinaia di persone – siamo riusciti a strapparle un’intervista. Un messaggio sulla leggerezza – che come Calvino sapeva, non è superficialità – necessario in una società sempre più opprimente e ansiogena.
Qual è il tuo rapporto con le Marche, come regione e come pubblico?
Ho passato tanto tempo della mia fanciullezza nelle Marche: mia mamma è nata a Castelplanio, perciò per anni sono stata a Jesi, andando a trovare i nonni e frequentando le spiagge di Senigallia. Tornare nelle Marche a cantare è emozionante, perché ho un ottimo rapporto con questa regione e in particolare con queste zone. La città in cui vivo invece è Bologna, dove sono nata, un posto bellissimo perché accogliente e pieno di giovani.
Tutti amano Cristina D’Avena, il personaggio e la voce. Ma dall’altra parte del palco, cosa pensi spinga un adulto a venire ad ascoltare sigle di tanti anni fa?
Secondo me è il bisogno di leggerezza, la voglia di divertirsi e di tornare bambini. È la voglia di cantare tutti insieme la stessa canzone ed emozionarsi, di stare con altri giovani, altri papà, altre mamme, di condividere la stessa musica.
In che modo questa tua professione influenza lo sguardo che hai sulle cose?
Io sono già caratterialmente una persona molto positiva e allegra. Quello che canto è un mondo colorato in cui sono cresciuta e in cui continuo a vivere, e questo aiuta certamente a vivere meglio, tirando fuori anche la parte più leggera che permette di affrontare la vita in maniera diversa. Come ho detto durante il concerto, è importante sorridere di più, perché è il mantenere il bambino che è dentro di noi che spesso ci salva.
La tua fan base è formata da persone di ogni età, genere e personalità. Quanto senti vicine queste persone?
Con voi ho condiviso tanto, siete cresciuti con me. C’è un bel rapporto con i fan, leale, dolce, ho conosciuto persone straordinarie. Ad esempio adoro quella parte di cultura LGBT+ che come me ama divertirsi: l’11 settembre sarò al Padova Pride Village, dove ogni volta c’è un boato di emozioni, con tantissime persone che cantano a squarciagola.
Qual è il tuo rapporto con il mondo dell’intrattenimento infantile diversamente declinato?
Ho scritto 4 libri di fiabe per bambini, in realtà per gioco, poi hanno riscosso un discreto successo. Si chiamano Le fiabe di fata Cri, pubblicate con la Giunti, sono audiolibri che ho scritto, cantato e recitato. Probabilmente continueremo la collana perché mi sono divertita a realizzarli. Per un libro sulla mia carriera invece aspetto ancora un po’, sono ancora piccola e ho tante cose da fare [ride].
Elisa Ortolani
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