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MOIE Le tradizioni a tavola nel giorno di Natale

Il lesso di tacchina era accompagnato con le erbe di campo e spesso era anticipato dalla minestra natalizia di stracciatella o quadrellini, raramente i cappelletti

MOIE, 25 dicembre 2021 – Natale era davvero una festività dove il pranzo era avvertito come qualcosa di speciale, e degno di memoria tra le ricorrenze dell’anno.

I cittadini di Moie erano soliti apparecchiare con cura la tovaglia di cotone o di lino che era rigorosamente bianca, i piatti di porcellana, le posate di ottone lucidate in maniera accurata con la cenere. Non tutte le famiglie potevano permetterselo, alcune erano talmente povere da disporre di un solo bicchiere per tutti. Il banchetto del 25 di dicembre prevedeva il cappone natalizio, ma anche il tacchino. Il lesso di tacchina era accompagnato con le erbe di campo e spesso era anticipato dalla minestra natalizia di stracciatella o quadrellini, raramente i cappelletti.

Nella memoria dei moiaroli si rammenta, per quanto riguarda il secondo piatto, il cappone, lesso ma anche arrosto, cucinato alla griglia sull’arola del camino, poi la tradizionale parmigiana di gobbi.

La storica e compianta ristoratrice Jolanda ricordava la presenza tradizionale sia della tacchina bollita e arrosto o del cappone bollito, tra i secondi piatti natalizi Jolanda rammentava anche il lavoro complesso per la galantina, con ripieni sontuosi e inediti, comprati appositamente per l’occasione, come prosciutto cotto e mortadella. Per quanto riguarda le minestre natalizie spazio anche alla sfoglia all’uovo sia per i quadrellini che per i cappelletti, da servire ugualmente in brodo.

Il brodo era ottenuto con pezzi di carne scelta e assortita, e poi sedano, carote e cipolla, e a metà cottura ci si aggiungeva un po’ di pomodoro fresco, oppure pelati o conserva, per dargli quel sapore speciale. Jolanda sottolineava il ripieno fatto con tante carni assortite, vaccina e maiale e gli aromi di noce moscata e scorza di limone.

La signora Ersilia per il pranzo di Natale si concedeva i cappelletti, con un ripieno di prosciutto, formaggio, uova per legare e pangrattato, che aumentava la consistenza e dopo questa minestra in brodo la pietanza di carne lessa era il tacchino di casa, mentre come contorno ci potevano essere gli spinaci bolliti, ma anche i sedani e finocchi crudi.

Il dolce delle feste era solitamente il ciambellone, che era la conclusione anche del pranzo di Natale.

Racconti tratti dal libro “Memorie di cucina a Moie Testimonianze, ricordi di feste e tradizioni a tavola

Daniele Guerro – Tommaso Lucchetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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