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Cronaca

Monte Roberto Non c’era l’automedica, salvato dal defibrillatore

Il 62enne colto da infarto mentre giocava a calcio, intervento tempestivo “di squadra” degli amici e della barista del Circolo Fenalc con il supporto telefonico del 118

Monte Roberto – Come riportato ieri, stava giocando una partita di calcio a livello amatoriale, erano circa le 21.30 di lunedì, quando improvvisamente si è accasciato a terra colto da un improvviso malore, un infarto

Capita immediatamente la gravità della situazione, i compagni di squadra si sono precipitati a chiedere aiuto per il 62enne.

«Siamo subito corsi in campo», racconta Rita, la responsabile del circolo Fenalc “Sotto il Castello”.

«Nel frattempo avevo già preso il defibrillatore. Quando sono arrivata sul campo l’uomo respirava a fatica, ma uno dei suoi compagni aveva già iniziato il massaggio cardiaco. Ho posizionato le placche e, quando il defibrillatore ha dato l’ok – è completamente automatico, precisa – abbiamo defibrillato. Si è ripreso subito, era cosciente».

Rita sottolinea come l’addestramento al primo soccorso sia stato determinante in quella situazione nella quale si è agito con un intervento di squadra grazie anche alle indicazioni fornite via telefono dal 118.

«All’inizio c’è un po’ di panico, ma il corso di primo soccorso che avevo fatto insieme ad altri ragazzi è stato fondamentale, così come avere un defibrillatore a portata di mano. Senza il defibrillatore sarebbe stata una brutta esperienza da raccontare. Anche i sanitari si sono complimentati con noi, dicendo che il nostro intervento ha dato all’uomo una probabilità di sopravvivenza del 95%. Se avessimo dovuto aspettare l’ambulanza le probabilità sarebbero scese al 5%».

Quanto accaduto, tuttavia, mette in luce ancora una volta la preoccupante carenza di copertura medica notturna nel territorio della Vallesina.

Lunedì sera, infatti, nella circostanza dell’infarto – ricoverato a Torrette il 62enne sta meglio – la prima ambulanza a rispondere è arrivata dalla Croce Verde di Cupramontana, la più vicina arrivata in 5 minuti, seguita dall’ambulanza infermieristica di Jesi, che era già impegnata a Rosora per un altro servizio. In assenza di un’automedica su tutta la Vallesina, composta da 21 Comuni, è stata necessaria l’attivazione di un’automedica da Chiaravalle, dato che né Jesi né l’intera area erano coperte da un’automedica proprio quella sera, come in altri turni notturni.  

L’intervento da Chiaravalle ha aumentato inevitabilmente i tempi di arrivo in una situazione in cui ogni secondo è vitale.  

Sebbene l’ambulanza infermieristica fosse dotata di un monitor defibrillatore e dei farmaci necessari, questi ultimi possono essere utilizzati solo sotto consiglio medico. Fortunatamente, nel caso del 62enne colpito dall’infarto, la defibrillazione si è rivelata sufficiente per stabilizzarlo, se ci fosse stata necessità di farmaci, l‘infermieristica sul posto avrebbe dovuto comunicare con il cardiologo dell’Utic, Unità di terapia intensiva cardiologica per avere un sopporto di tipo terapeutico.

L’assenza di un’automedica su tutta la Vallesina si conferma quindi un serio problema, soprattutto in casi come questo  quando ogni minuto è prezioso per salvare una vita.

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