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Cronaca

Montecarotto E Moncaro oggi va in assemblea

Sul tavolo le criticità che attendono risposte dalle comunicazioni della presidente Donatella Manetti, intanto presentata istanza di fallimento da un fornitore per 1,1 milioni di euro

Montecarotto – Sempre più stretta la via per il salvataggio di Terre Cortesi Moncaro, il maggior produttore vitivinicolo delle Marche: all’indomani della prima istanza di fallimento presentata da uno dei maggiori creditori della cooperativa, appare sempre più evidente come il Sistema Moncaro si reggesse in massima parte sul carisma e le relazioni dello storico presidente Doriano Marchetti, sfiduciato dal CdA alla fine di febbraio scorso.

La nuova presidenza di Donatella Manetti non sembra in grado di replicare il miracolo: oggi (17.30) l’assemblea dei soci conferitori, con all’ordine del giorno le dichiarazioni della presidente, nomina del Collegio sindacale e di due consiglieri del CdA, ordine del giorno ben diverso da quello presentato dai soci recentemente estromessi, che chiedevano la revoca dell’attuale CdA.

Cosa dirà Donatella Manetti ai soci rimanenti? Saranno dichiarazioni tranquillizzanti e l’annuncio di soldi in arrivo. Capitali che comunque sono a seguito del ricorso fatto da Marchetti verso Bnl per gli anatocismi (gli interessi sugli interessi dei crediti erogati): la banca dovrà restituire 800mila euro a Moncaro, che comunque sono ben poca cosa a fronte della situazione debitoria di circa 38 mln di euro, dei quali circa 20 verso istituti di credito, oltre 7,8 verso i fornitori e poco meno di 2,5 mln verso i soci, calmierata dal valore della cooperativa, 25 mln di capitale netto, oltre al brand valutato 8 mln. Quali creditori verranno pagati con queste cifre? Il tema sarà discusso nell’assemblea del 5 settembre prossimo, ma la somma non basterebbe nemmeno a coprire l’istanza di fallimento, presentata da un fornitore per un credito di 1,1 mln. E dai rumors, delle decine di decreti ingiuntivi accumulati nei mesi scorsi, pare che saranno molte le istanze di fallimento che verranno inviate da altri creditori nelle prossime settimane.

A questo punto si fa sempre più incombente l’ombra del “Cavaliere Bianco”, un salvatore che sollevi la cooperativa dalle sue pene finanziarie; ça va sans dire, rilevando marchio e stabilimenti per una frazione del loro effettivo valore.

Sul terreno ad oggi rimane una situazione davvero preoccupante: il brand sta perdendo mercato, sempre più assente dagli scaffali, rimpiazzato da altri marchi, e diversi clienti stanno disdicendo i contratti.

Tra allontanamenti e dimissioni, dei 54 dipendenti del 2023, oggi se ne contano appena 25 e conseguentemente la produzione ha subito un drastico ridimensionamento.

Gli arretrati degli stipendi non pagati porteranno a una sequela di vertenze, dove a rischio sono anche i Tfr degli ex dipendenti. Da ultimo, fornitori a vari livelli hanno interrotto il rapporto: perché se prima il Sistema Moncaro pagava ciclicamente in ritardo, ma comunque bene, oggi la relativa sicurezza di veder onorati quei crediti sembra sparita dal sentire dei fornitori.

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