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Morro d’Alba Ecco la Festa del Cantamaggio

La 42ª edizione, al via oggi, pensata soprattutto per i discendenti di chi è partito da questa terra e non conosce più le proprie tradizioni

Morro d’Alba – Ritorna oggi, venerdì 17 maggio, l’antico canto rituale di questua che da secoli celebra l’avvento della primavera, della nuova stagione agricola e che affonda le sue radici nei riti pagani di fertilità, di augurio e di benessere per la comunità e i singoli..

La 42ª edizione del Cantamaggio, organizzata dal Comune, è curata del Centro Tradizioni Popolari e da La Macina e anche quest’anno si svilupperà in tre giornate dal 17 al 19 maggio per poi concludersi nella notte del 31 maggio, con il rituale rogo in piazza dell’Albero del Maggio.

La prima giornata morrese si inaugurerà alle 11 dopo l’addobbo dell’Albero del Maggio da parte dei bambini della scuola dell’infanzia.

Molti i progetti collaterali a questa edizione, curati da Italea Marche, volti alla promozione di un turismo che racconti le radici del territorio.

«Un’edizione d taglio diverso e più ricco – ha detto durante la presentazione del cartellone l’assessora Alessandra Boldreghini – pensata soprattutto per i discendenti di chi è partito da questa terra e non conosce più le proprie tradizioni».

«Questo tipo di turismo – ha spiegato Valeria Monti, consigliera Italea Marche e operatrice turistica – è costituito da un pubblico che va più in profondo, che cerca un viaggio interiore. Non vogliamo che sia un benventuto, ma un bentornati».

Nella odierna prima giornata, nei sotterranei dell’Auditorium Santa Teleucania, alle 18.30, inaugurazione della mostra di Gastone Pietrucci, “Collages 2013-2024” (aperta fino a domenica 26 maggio), che racchiude gli ultimi lavori dal 2013 al 2024.

Si chiuderà 21.30, sempre all’Auditorium Santa Teleucania con La Macina e con la partecipazione straordinaria di Milena Gregori, nel concerto – spettacolo “Penserò ad emigranti sopra neri vapori… dalle Marche a lamerica: la via spinosa della grande emigrazione marchigiana verso le Americhe, montato appositamente per questa prima morrese. Ideazione e regia di Gastone Pietrucci.

La Macina propone questo nuovo lavoro particolare e struggente, su i ricordi, le lettere, le emozioni, il dolore, la lontananza, le lacrime, la rabbia, lo sconforto, la speranza e la fatica della grande emigrazione marchigiana (la via spinosa) verso le Americhe.

Il titolo, Penserò ad emigranti sopra neri vapori…, è tratto da un verso di una stupenda e struggente lirica di Franco Scataglini, Di te io troppo dissi.

Attraverso la scheggiata voce di pietra e di vento di Gastone Pietrucci, leader e voce de La Macina e la voce narrante di Milena Gregori, saranno raccontati la storia dell’emigrazione e il cammino della speranza di milioni di nostri connazionali, quando eravamo noi quelli scuri, sporchi e cattivi.

Ingresso libero sino a esaurimento posti

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