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Salute Dolore cronico, colpisce 13mila marchigiani

Automedicazione e richiesta di esami strumentali inappropriati determinano diagnosi scorretta e ritardi nell’accesso alle cure, costruire un percorso di appropriatezza prescrittiva dei farmaci e di corretta informazione obiettivo della seconda tappa della road map di Motore Sanità

Ancona – Se in Italia il dolore cronico lieve e moderato colpisce circa 13 milioni di persone (il 10% della popolazione) impattando significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, nella regione Marche sono circa 13.000 le persone con dolore cronico di cui circa 1.600 non hanno ricevuto nessun tipo di trattamento in presenza del dolore. 

Le patologie più frequenti sono relative a tumori e malattie cardiovascolari, seguite da diabete, patologie cerebrovascolari, broncopneumopatie cronico ostruttive, demenze/Alzheimer, l’insufficienza renale e sclerosi multipla (dato 2022). 

Inoltre, attorno al dolore cronico esistono ancora pregiudizi, falsi miti e fake news che portano i pazienti a compiere azioni scorrette, dall’automedicazione alla ricerca di diagnosi su internet, fino a sospendere la terapia perché poco motivati o delusi dalle aspettative.

Di fronte a questo quadro, emerso durante l’eventoAppropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave nella gestione del dolore cronico – Regione Marcheorganizzato da Motore Sanità, l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti a un utilizzo inappropriato di Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei).

«L’inappropriatezza prescrittiva dei farmaci base per il dolore lieve e moderato gioca un ruolo cruciale – ha spiegato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, che ha sottolineato come -, la medicina generale riveste un ruolo fondamentale nella prescrizione appropriata dei farmaci (il paracetamolo risulta la prima scelta nella gestione del dolore lieve e moderato in assenza di stato infiammatorio). Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico».

La dimensione del dolore cronico a livello locale e regionale è stata presentata da Carlo Livini, dirigente farmacista dell’Unità operativa complessa della Farmacia Ast di Fermo, che ha presentato alcuni dati relativi alle prescrizioni di Fans e analgesici oppioidi tracciati sul territorio locale (anno 2023) per il trattamento del dolore lieve e moderato.

Il ruolo del medico di famiglia e della farmacia nel percorso di cura

Paolo Misericordia, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Regionale Marche, ha rimarcato «la sensibilizzazione sul tema dell’appropriatezza prescrittiva del farmaco nella gestione del dolore cronico da parte del medico di famiglia». 

Rino Moraglia, direttore strategico NetMedica Italia ha invece sostenuto che «il ruolo del medico di medicina generale è sempre più centrale nel processo di digitalizzazione sanitaria e della relazione medico-paziente». 

«La farmacia rappresenta un punto nodale per la corretta informazione sulle terapie del dolore cronico per la sua vicinanza ai malati e ai caregiver, grazie alla sua presenza capillare su tutto il territorio nazionale», le parole di Marco Meconi, presidente Federfarma Marche. Ha precisato che «la normativa è una legge importante che mette al centro la dignità del paziente e il suo diritto a ricevere le cure più adeguate. In tal senso il contributo del farmacista, quale professionista sanitario che opera supportando il medico di medicina generale e anche lo specialista per garantire un contatto costante con i pazienti, può essere quanto mai utile. Infatti, attraverso un’attività di counseling, può essere una valida e competente sentinella sul territorio e avere una visione reale della situazione dei propri pazienti, impedendo abusi ed anche interruzioni delle terapie che rappresentano gli aspetti più critici di tali terapie».

Fake News e falsi miti: i principali errori commessi dai pazienti con dolore cronico

Francesco Freddo, vice segretario della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) delle Marche, ha spiegato che «quando c’è di mezzo il dolore – da quelli osteoarticolari alla fibromialgia alle cefalee ed emicranie – molto spesso la persona affronta il problema adottando comportamenti scorretti – ha sottolineato – la maggior parte dei pazienti inizia quasi sempre con l’automedicazione così facendo utilizza farmaci spesso non appropriati e acquistati senza ricetta del medico curante».

«Spesso il paziente richiede esami diagnostici quando sarebbe più appropriato valutare bene, stabilire la natura del dolore e prescrivere una terapia appropriata. Consiglio quindi di non rivolgersi all’automedicazione né all’autoprescrizione di accertamenti strumentali di secondo livello, è fondamentale creare momenti di confronto e informazione con i pazienti per educarli alla gestione del dolore cronico, serve maggiore formazione per i medici curanti affinché siano preparati adeguatamente ad affrontare il tema». 

Le dichiarazioni

Paolo Misericordia, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Marche

«La sensibilizzazione sul tema dell’appropriatezza prescrittiva del farmaco per la gestione del dolore cronico da parte del medico di famiglia l’abbiamo maturata in tanti anni e stiamo sempre attenti a cercare il meglio per i nostri pazienti, nella consapevolezza che la prescrizione che facciamo è un onere che attribuiamo al sistema, perlomeno per i farmaci che vengono erogati. Questa consapevolezza deriva da anni di attenzione e dall’impiego di strumenti informatici. Il sistema non sempre, però, ci viene incontro. Sono convinto che la tecnologia, l’informatica, la telemedicina e l’intelligenza artificiale possono aiutare il medico a stabilire le modalità più idonee per fare una corretta terapia del dolore».

Marco Meconi, presidente Federfarma Marche 

«La farmacia rappresenta un punto nodale per la corretta informazione sulle terapie del dolore cronico per la sua vicinanza ai malati e ai caregiver, grazie alla sua presenza capillare su tutto il territorio nazionale. La normativa Italiana vigente è una legge importante che mette al centro la dignità del paziente e il suo diritto a ricevere le cure più adeguate. In tal senso il contributo del farmacista, quale professionista sanitario che opera supportando il medico di medicina generale e anche lo specialista per garantire un contatto costante con i pazienti, può essere quanto mai utile. Il farmacista infatti, attraverso un’attività di counseling, può essere una valida e competente sentinella sul territorio ed avere una visione reale della situazione dei propri pazienti, impedendo abusi ed anche interruzioni delle terapie che rappresentano gli aspetti più critici di tali terapie»

Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità 

«L’inappropriatezza prescrittiva dei farmaci base per il dolore lieve e moderato gioca un ruolo cruciale. Il report Osmed indica che l’inappropriatezza prescrittiva dei Fans è gravosa per il Ssn e i servizi sanitari regionali, oltre che per la salute, infatti, quando non usati in maniera appropriata, i Fans provocano effetti collaterali importanti. Studi recenti condotti su 7 Fans per via orale hanno dimostrato notevoli differenze nel rischio di insorgenza di gravi effetti indesiderati a livello del tratto gastrointestinale alto. In tale contesto, la medicina generale riveste un ruolo fondamentale nella prescrizione appropriata dei farmaci (il paracetamolo risulta la prima scelta nella gestione del dolore lieve e moderato in assenza di stato infiammatorio). Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico».

Carlo Livini, drigente farmacista dell’Unità operativa complessa della Farmacia Ast di Fermo

«Il tracciamento dei pazienti e quindi delle somministrazioni di farmaci relativi al trattamento del dolore è facilmente reperibile nell’ambito ospedaliero dove resta più accessibile la verifica dell’appropriatezza mentre resta più difficile la valutazione per la parte territoriale poichè Fans e paracetamolo sono acquistabili anche senza ricetta, e questa è una criticità che deve essere superata non solo attraverso una maggiore comunicazione tra ospedale e territorio ma anche attraverso una migliore gestione dei decreti ministeriali regionali che rappresentano, per quanto riguarda la nostra regione, sole linee di indirizzo. La nostra difficoltà è quella di non avere un sistema totalmente chiaro. Un esempio a cui ispirarci è il sistema sanitario della Grecia che dal 2020 ha attuato un monitoraggio dei farmaci per la terapia del dolore e per le cure palliative sul territorio».

Rino Moraglia, direttore strategico NetMedica Italia

«Il ruolo del medico di medicina generale è sempre più centrale nel processo di digitalizzazione sanitaria e della relazione medico-paziente. È in questo ambito, infatti, che il cittadino desidera trovare risposte. I servizi digitali a supporto dei nuovi modelli organizzativi territoriali e dell’appropriatezza di cura del dolore cronico assumono, quindi, un ruolo decisivo per assicurare un rapporto fiduciario di vera prossimità digitale. Organizzazionemonitoraggioconsapevolezza e iniziativa sono i concetti chiave intorno a cui ruota lo sviluppo della Digital health strategy della medicina generale, un progetto innovativo e concreto che ambisce a rendere appropriati gli interventi assistenziali, anche attraverso la formazione, comunicazione e diffusione della relazione digitale. Rendere tutto più facile e possibile, per garantire serenità ed efficacia a medici e pazienti».

Francesco Freddo, vice segretario della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) delle Marche

«La maggior parte dei pazienti inizia quasi sempre con l’automedicazione (a meno che il dolore non sia grave al punto che ha bisogno di una valutazione medica) così facendo utilizza farmaci spesso non appropriati e acquistati senza ricetta del medico curante. Spesso il paziente richiede esami diagnostici quando sarebbe più appropriato valutarlo bene , stabilire la natura del dolore e prescrivere una terapia appropriata. Consiglio quindi di non rivolgersi all’automedicazione né all’autoprescrizione di accertamenti strumentali di secondo livello che spesso non sono utili; di non cercare risposte su internet o da persone che hanno avuto un problema simile; di essere consapevoli che la terapia è spesso lunga e può prevedere più approcci oltre alla terapia farmacologica, come il trattamento riabilitativo; che il dolore non passa in fretta; che è sconveniente curarlo senza richiedere un consiglio al medico curante e utilizzando i farmaci che si trovano in casa, nonché sospendere la terapia troppo precocemente. Per questo credo sia importante creare momenti di confronto e informazione con i pazienti per educarli alla gestione del dolore cronico e serve maggiore formazione per i medici curanti affinché siano preparati adeguatamente ad affrontare il tema».

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