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Arcevia

SASSOFERRATO PAROLE E MEMORIA: UN LIBRO PER LA MINIERA DI CABERNARDI

Un libro per lasciare la testimonianza degli atti del convegno dello scorso 28 maggio

 

Da sinistra: i sindaci di Sassoferrato, Arcevia e Genga

SASSOFERRATO, 29 novembre 2019 –  Una storia di lavoro, lavoratori e di un futuro possibile. La storia della miniera di Cabernardi, nel libro “La vicenda di Cabernardi”, dell’attuale parco minerario e delle prospettive future raccontate in una prospettiva di futuro possibile.

Un libro che deriva dagli atti del convegno dello scorso 28 maggio (leggi l’articolo), pensato per far sviluppare un comune ragionamento verso la prospettiva di un territorio capace di cambiare, attraverso lo sviluppo di “Una prospettiva diversa”. Nuove idee e nuove storie, senza dimenticare quella recente, rappresentata appunto dalla storica miniera di zolfo a pochi chilometri di distanza dalla città sentinate.

Quindi progettualità, responsabilità di un territorio partendo dai ricordi, dai racconti di un territorio che finita l’esperienza della miniera di zolfo ha vissuto anni di profonda difficoltà lavorativa. Un libro come necessità, per spiegare alle giovani generazioni il cambiamento ed i cambiamenti portati dalla miniera: sì l’estrazione dello zolfo, ma anche la crescita edilizia legata alla miniera.

Poi il dolore, quando la Montecatini prese la decisione di smantellare gli impianti e privare di lavoro i residenti di Cabernardi.

La miniera di Cabernardi

La storia di un’economia, del suo cambiamento repentino e la conseguente protesta dei minatori, con 214 di loro a rimanere per 40 giorni nelle viscere della terra. Ma la protesta nelle gallerie per difendere il proprio diritto al lavoro, non portò a quanto sperato, e la definitiva chiusura (5 maggio 1959 della miniera portò una profonda crisi con circa cento operai collocati a riposto e trecento trasferiti negli stabilimenti di Pontelagoscuro, in Toscana, Sicilia e Trentino. Un’altra parte invece migrò in Belgio.

Ecco quindi il legame con un territorio a stretto contatto con l’esperienza della località sentinate, quella di Fabriano e della drammatica (ed ancora attuale) crisi industriale. Poi la riconversione in parco archeominerario (inaugurato nel 2015) testimonianza che arriva per raccontare la storia dei lavoratori, delle famiglie e di tutte le persone che hanno cercato di lottare con tutte le loro forze per far valere il diritto al lavoro. Formazione ed approfondimento, crescita a prospettiva come spiegato anche dai responsabili sindacali territoriali del fabrianese di Cgil Berionni, Cisl Cocco e Uil Sabbatini.

Dalla miniera al parco

Il parco è stato inaugurato nel 2015, frutto degli sforzi profusi dall’associazione “La Miniera” onlus, che vede nei suoi componenti tutti volontari . Il parco completa la già importante presenza sul territorio del museo dedicato alla miniera, che occupa i locali della ex scuola del paese e che è costruito intorno alle testimonianze lasciate dai minatori.

Lavoro, crescita, riconversione e prospettiva di sviluppo attraverso della “vie alternative”. Stesso punto sostenuto dai primi cittadini di Sassoferrato Greci, Genga Filipponi ed Arcevia Perticaroli (assente quello di Pergola per motivi istituzionali), con l’obbligo di un “sistema” di dialogo tra istituzioni senza badare ai “campanili”.

Poi il monito di Greci, sindaco sentinate, che ha osservato che i tempi mutati rispetto alla vicenda di Cabernardi non permettono di perdere ulteriori occasioni ed opportunità «Questo territorio tra crisi economiche e spopolamento – ha spiegato – non si può più permettere di aspettare, e l’esempio è quello della Pedemontana delle Marche: attesa intollerabile».

Anche futuro, con la presidente dell’associazione culturale “La miniera” onlus Patrizia Greci a spiegare i prossimi passi «Noi porteremo avanti la nostra attività, quella della ricerca per un progetto futuro di centro studi, come luogo per consultare documenti e luogo fisico per raccontare la nostra storia, quella di un territorio».

(s.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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