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SENIGALLIA Alice canta Battiato e rapisce il pubblico de La Fenice
16 Dicembre 2021
Emozioni e nostalgia, tante perle incastonate in un concerto che appassiona
SENIGALLIA, 16 dicembre 2021 – Una voce e un pianoforte. E poi, l’immenso, indimenticabile, immortale Franco Battiato.
La voce emozionante e particolare è quella di Alice, il pianoforte che disegna atmosfere suggestive e tratteggia ritmi suadenti è del maestro Carlo Guaitoli, a lungo collaboratore dell’artista catanese.
Franco Battiato rivive al teatro La Fenice di Senigallia con Alice che propone tanti suoi brani, molti conosciuti alcuni più rari, ma sempre splendidamente vivi e attuali. Comincia il viaggio con una sognante “Luna Indiana” (‘Luce della luna / Il tempo passa e noi non siamo dei’) e finisce, dopo un’ora e mezza di profonda intensità con “L’era del cinghiale bianco”, ultimo tributo a un cantautore eccezionale e mai banale. In mezzo tante perle preziose e incastonate in un concerto che appassiona e rapisce.
Ci sono pezzi unici scritti da Battiato solo per Alice come “Eri con me” – “Avevo chiesto a Franco una canzone mistica – spiega al pubblico la cantante forlivese – mi ha detto che aveva bisogno d’ispirazione, ma dopo tre giorni mi ha chiamato e me l’ha fatta ascoltare” – , “Il vento caldo dell’estate”, “Io chi sono”, “Veleni”, “I treni di Touzer”, cantata insieme a Battiato nel 1984 all’Eurovision Song Contest.
E poi ci sono canzoni che fanno parte di tutti, che sono parte di tutti, che appartengono a ognuno e al mondo.
“L’animale”, “Lode all’inviolato” (e lo sapeva bene Paganini / che il diavolo è mancino / subdolo e suona il violino), “Povera Patria”, “Gli uccelli”, “Summer on a solitary beach”, “La stagione dell’amore”, “E ti vengo a cercare”, l’applauditissima e iconica “La cura”, la splendida “Prospettiva Nevskij”, in cui Battiato celebra il suo maestro Gurdjieff (“E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”) fino ad arrivare a “Per Elisa”, con la quale Alice ha vinto il Festival di Sanremo nel 1981. Sono passati 40 anni ma Battiato non è mai morto.
E’ qui, insieme a noi. E’ più vivo che mai.
Gianluca Fenucci
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