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Sibillini Siccità e calore, prosciugato il Lago di Pilato

Realizzata dalle guide del parco una recinzione a protezione delle uova del chirocefalo del Marchesoni, raro crostaceo endemico, Toni Galdi: «Fenomeno che si è ripetuto nel corso degli anni ma negli ultimi tempi è diventato sempre più frequente»

Montemonaco – Il Lago di Pilato, situato sul Monte Vettore, catena montuosa dei Sibillini, in territorio di Montemonaco (Ap) meta di molti escursionisti, in special modo dopo l’avvento dei social, continua ad attirare l’attenzione per la sua trasformazione in un cratere asciutto (foto in primo piano) a causa della prolungata siccità.

Questo piccolo specchio d’acqua glaciale, è noto per la sua unicità ecologica e per essere la dimora del raro crostaceo chirocephalus marchesonii, il chirocefalo del Marchesoni.

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, insieme all’Università di Perugia, sta lavorando instancabilmente dal 2018 per monitorare lo stato di salute del lago e del chirocefalo, con l’obiettivo di prevenire l’estinzione di questo organismo endemico. Nonostante l’assenza d’acqua, le uova del chirocefalo hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento e resistenza. Infatti, possono rimanere vitali sul fondo asciutto del lago e schiudersi quando l’acqua ritorna nella stagione successiva.

In questa delicata situazione, è essenziale evitare il calpestio dei turisti sul fondo prosciugato del lago. Le uova, sebbene resistenti alla siccità, sono vulnerabili.

«Per questo è stata messa un’ulteriore rete di recinzione a protezione, da noi guide, la scorsa settimana: col calpestio meccanico dei piedi, si rischia seriamente di schiacciare le uova», ci spiega Toni Galdi, guida Parco presso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Il prosciugamento del Lago di Pilato è un fenomeno che si è ripetuto nel corso degli anni «ma che negli ultimi tempi – sottolinea ancora – è diventato sempre più frequente a causa di molteplici fattori. Le scarse precipitazioni nevose e primaverili, combinate con l’aumento delle temperature in quota, hanno avuto un impatto significativo. I laghi, Pilato e quello del Borghese, ne sono direttamente interessati e quindi, di conseguenza, le due specie di chirocefali: quello del Marchesoni e quello della Sibilla».

Il  terremoto del 2016 ha aggravato la situazione, alterando ulteriormente la struttura delle rocce, come riportato dall‘Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

«L’ultimo anno in cui il lago era pieno risale al 2018, quando le abbondanti nevicate arivavano anche a 8 metri nella valle glaciale e lingue di neve duravano fino ad agosto. Oggi le condizioni climatiche avverse stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di questo ecosistema unico».

Il chirocefalo del Marchesoni è un crostaceo endemico che depone uova durevoli, note come cisti, che si annidano sotto le rocce del lago. Al ritorno dell’acqua queste uova si schiudono e il ciclo di vita del chirocefalo continua.

Tuttavia, se il crostaceo non raggiunge lo stadio adulto, non può deporre nuove uova, mettendo a rischio la sopravvivenza della specie.

Il cambiamento climatico sta avendo effetti negativi su molte aree montane, e il Lago di Pilato non fa eccezione.

«Nel 1990 si era ipotizzata l’introduzione di acqua artificiale per sostenere l’ecosistema del lago, ma c’è un equilibrio naturale, che non si puo’ alterare». 

L’Università di Perugia continua a studiare i danni causati dal terremoto e dal cambiamento climatico al Lago di Pilato, monitorando anche le diverse specie di chirocefalo che vivono esclusivamente in questa regione.

Tra queste, appunto, il chirocefalo della Sibilla, anch’esso a rischio, che vive sotto il Monte Palazzo Borghese in un laghetto effimero «oggi meta di molti turisti, a differenza degli anni passatiche scompare già a maggio. Purtroppo i cambiamenti climatici ci sono e ci saranno, la speranza è che l’Università pensi a un acquario per non perdere la specie, riproducendo caratteristiche e temperature dei laghi di entrambi i chirocefali».

«Questi crostacei vivono qui dall’era glaciale, prima ancora di noi», afferma Toni, sottolineando l’importanza di proteggere questa specie unica al mondo che rappresenta un patrimonio naturale e un simbolo della lotta per la conservazione.

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